Roccalbegna
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Roccalbegna (GR) è un comune con circa 1.000 abitanti, dista dal capoluogo circa 33 km. Il centro sorge nell'alta valle del fiume Albegna, ai piedi di due ripide e pittoresche rupi, una più alta dell'altra, su ognuna delle quali sorge una fortificazione, la Rocca aldobrandesca e il Cassero Senese.
Il territorio comunale si estende nella parte più interna e settentrionale delle Colline dell'Albegna e del Fiora, ed è solcato dal medio corso del fiume Albegna. Confina a nord con il comune di Arcidosso, a est con il comune di Santa Fiora, a sud-est con il comune di Semproniano, a sud-ovest con il comune di Scansano e a nord-ovest con il comune di Campagnatico.
L'altitudine varia tra le più diffuse quote collinari e quelle montuose che iniziano a registrarsi nella parte settentrionale ed orientale del territorio, in prossimità delle prime pendici del massiccio montuoso del Monte Amiata. Mentre la frazione di Cana si eleva a 480 metri s.l.m., il centro di Roccalbegna è a 522 metri s.l.m. (quote simili si registrano anche a Santa Caterina e a Vallerona), mentre la località di Triana è situata alla quota di 769 metri s.l.m. che corrisponde alla stessa altitudine della vetta del Monte Faete che si eleva all'estremità sud-occidentale del territorio comunale.
Frazioni : Cana,Santa Caterina,Triana,Vallerona.
Il territorio comunale si estende nella parte più interna e settentrionale delle Colline dell'Albegna e del Fiora, ed è solcato dal medio corso del fiume Albegna. Confina a nord con il comune di Arcidosso, a est con il comune di Santa Fiora, a sud-est con il comune di Semproniano, a sud-ovest con il comune di Scansano e a nord-ovest con il comune di Campagnatico.
L'altitudine varia tra le più diffuse quote collinari e quelle montuose che iniziano a registrarsi nella parte settentrionale ed orientale del territorio, in prossimità delle prime pendici del massiccio montuoso del Monte Amiata. Mentre la frazione di Cana si eleva a 480 metri s.l.m., il centro di Roccalbegna è a 522 metri s.l.m. (quote simili si registrano anche a Santa Caterina e a Vallerona), mentre la località di Triana è situata alla quota di 769 metri s.l.m. che corrisponde alla stessa altitudine della vetta del Monte Faete che si eleva all'estremità sud-occidentale del territorio comunale.
Frazioni : Cana,Santa Caterina,Triana,Vallerona.
Le Mura
Le mura di Roccalbegna costituiscono il sistema difensivo del nucleo storico dell'omonimo borgoDelle antiche porte rimane oggi solamente la porta di Maremma, rivolta a sud, e che dà all'esterno sulla piazzetta della chiesa della Madonna del Soccorso. La porta a nord, porta di Montagna, oggi non esiste più, ed è la continuazione di via Garibaldi che si apre sulla piazza fuori dal perimetro, per la cui costruzione è stata demolita una piccola parte delle mura. Delle torri senesi ne rimangono tre, di cui una riabbassata e notevolmente rimaneggiata..La cinta muraria fu costruita nel corso del XIII secolo prima dai conti Aldobrandeschi e successivamente dalla Repubblica di Siena, che intervallò il perimetro con torri di avvistamento. Nel corso del 1445 furono intrapresi alcuni lavori di ristrutturazione, da ricordare quelli del 1468 ad opera dell'architetto Giuliano di Bartolo. In età contemporanea è stata demolita una parte delle mura con la porta di Montagna, che volgeva a nord.
La Rocca Aldobrandesca
La Rocca aldobrandesca costituisce la principale e più imponente fortificazione del centro storico di Roccalbegna. La sua ubicazione è sulla vetta della rupe più elevata che domina l'abitato sottostante.
La rocca fu costruita in epoca medievale sulla cima dell'imponente rupe che domina il centro di Roccalbegna e il corso del fiume Albegna.
Gli Aldobrandeschi utilizzarono questa fortificazione con funzioni difensive e di avvistamento; la sua particolare posizione, rendeva la fortificazione praticamente inespugnabile ed era stata studiata anche come rifugio per la popolazione in caso di assedio condotto da truppe nemiche. Durante il Duecento, la rocca costituiva il fulcro del sistma difensivo assieme al Cassero ubicato sulla vetta dell'altra rupe.
Nel corso del Trecento, con l'inizio del dominio senese su Roccalbegna, la rocca andò incontro ad un periodo di declino, non venendo più considerata quell'opera di fondamentale importanza strategica dal punto di vista difensivo; i Senesi preferirono mantenere il controllo dal vicino cassero.
Con la caduta della Repubblica di Siena, Roccalbegna e le sue fortificazioni furono temporaneamente inglobate nel Granducato di Toscana a metà Cinquecento, per essere poi cedute alla contea di Santa Fiora.
Nel 1624 l'intero centro abitato fu ceduto ai Bichi di Siena, che fecero dell'omonimo palazzo cittadino la loro residenza; da allora, la rocca è stata completamente abbandonata, giungendo fino ad oggi sotto forma di imponenti ruderi che ricordano la sua passata grandiosità.
La Rocca aldorandesca, situata alla sommità della ripidissima rupe che domina l'abitato di Roccalbegna, si presenta sotto forma di imponenti ruderi collocati in posizione estremamente panoramica.
Le strutture murarie sono completamente rivestite in pietra, con alcune feritoie che si aprono ad altezze diverse. Esse si articolano a forma irregolare, adattandosi alla particolare orografia della vetta della rupe; la fortificazione, oramai priva di copertura sommitale, doveva svilupparsi almeno su due livelli.
Il detto popolare "se il sasso scrocca, addio alla Rocca" la dice lunga.In alto si trova lo spuntone di roccia con massi tra i quali serpeggia l'Albegna; poi lo scoglio con i resti delle fortificazioni (detto SASSO o pietra) posizionato proprio sopra il borgo; quindi le abitazioni strette tra il sasso e la ROCCA, altro poggio roccioso dal quale fuoriescono i ruderi delle fortificazioni aldobrandesche e del cassero senese.
il Cassero Senese
Il Cassero Senese di Roccalbegna è una fortificazione che sovrasta il borgo era un fortilizio minore, usato essenzialmente come punto di vedetta; costituiva il sistema difensivo del centro di Roccalbegna assieme alla Rocca aldobrandesca situata alla sommità dell'altra rupe. Probabilmente, venne costruito agli inizi del XIII secolo dai conti Aldobrandeschi. All'inizio del XV secolo, a causa della perdita della sua importanza strategica, il cassero, allora di proprietà dello Stato senese, fu lasciato in abbandono.
Nel 1446 i Castellani Domenico d'Andrea e Gherardo di Mariano si proposero di restaurarlo a fini strettamente abitativi. Nel 1555 lo Stato senese passò sotto il Granducato di Toscana e nel 1565 Roccalbegna venne concessa dal Granducato agli Sforza della Contea di Santa Fiora. Restò feudo granducale fino al 1751. Con l'abolizione di tutti i feudi, Roccalbegna tornò a costituire comunità giurisdicente fino al 1838, quando fu affidata al vicario regio di Arcidosso.
In corrispondenza dell'attuale giardino, costituito da un ampio prato e alberi d'alto fusto, sorgeva un giardino all'italiana, dotato di un "piccolo casino", risalente al XVII secolo. Di questo giardino non sono rimaste tracce ma approfondite ricerche storiche ipotizzano che questo fosse molto simile al contemporaneo giardino connesso al complesso palatino di Santa Fiora.
La Chiesa dei Santi Pietro e Paolo
Situata in piazza XX settembre, la chiesa dei Santi Pietro e Paolo, fulcro della vita religiosa di Roccalbegna, dopo i crolli avvenuti intorno al 1955 rischiava di cadere in rovina se sapienti lavori di consolidamento non l’avessero recuperata. Costruito intorno al 1296 in forme romaniche, questo interessantissimo edificio, che costituisce anche una piccola galleria d’arte poiché vi sono custodite opere di alto valore artistico, venne interessato, alla fine del Trecento, da importanti lavori di ristrutturazione che donarono alla facciata il bel portale gotico. Caratterizzato da una profonda strombatura, è dotato di una ricca decorazione scultorea ed è sormontato dall'architrave che, a causa di un antico assestamento del terreno, è fortemente inclinato verso destra. L’interno, che si presenta ad una sola ampia navata rettangolare conclusa da un’abside quadrangolare, conserva una grande tela secentesca recentemente attribuita a Francesco Nasini raffigurante, in una tempestosa atmosfera, La Madonna del Carmine e i santi Cristoforo (patrono di Roccalbegna) e Jacopo. Lungo la parete sinistra sono collocati un grande Crocifisso ligneo probabilmente del XIV secolo e la bella tela secentesca, anch’essa attribuita a Francesco Nasini, raffigurante la Crocifissione. Oltre alle tavole della Madonna col Bambino di Ambrogio Lorenzetti, collocate dietro l’altare maggiore, e a numerosi altri manufatti artistici, si conserva vicino all’ingresso un tempietto in pietra con affreschi di scuola senese del XVI secolo all’interno del quale è stato collocato il pregevole fonte battesimale proveniente dall’Oratorio del Crocifisso, sempre a Roccalbegna. Va infine segnalato, presso l’ingresso, un raro stendardo di seta che da un lato reca lo stemma dei Lorena e dall’altro una scritta inneggiante al movimento antigiacobino detto del “Viva Maria”, una significativa testimonianza storica oltre che artistica degli ultimi anni del XVIII secolo.
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